Gastroenterite Può avere origine batterica o virale. Quelle batteriche sono più frequenti in estate, mentre quelle virali in inverno e i bambini possono contrarie facilmente per contatto con persone infette o portatori sani. Si presenta con vomito ripetuto, febbre anche lieve, diarrea con molte scariche liquide nel corso della giornata (da sei a venti), accompagnate da dolore durante l'evacuazione. Talvolta può esserci traccia di sangue nelle feci, soprattutto nel caso di infezioni di origine batterica, come la salmonella.È fondamentale evitare complicazioni come la disidratazione, un pericolo concreto soprattutto nei primi mesi. Bisogna quindi bloccare il vomito il prima possibile, in modo da poter cominciare presto a reintegrare i liquidi persi. Per fermarlo, di solito basta smettere di dare da mangiare e da bere per qualche ora. Dopo 4-8 ore, si possono offrire al bebè piccoli sorsi di soluzioni reidratanti a base di sali e zuccheri (si trovano in farmacia) inoltre, possono aiutare a ridurre la durata dell'infezione. In caso di gastroenterite, se il bambino è allattato al seno può essere attaccato nuovamente al seno appena il vomito si è calmato. In questo modo si evita anche la disidratazione. La disidratazione, come conseguenza di vomito e diarrea, può essere molto pericolosa. Un repentino calo di peso corporeo, superiore al 5-10 per cento, dovuto all'improvvisa perdita di liquidi, può compromettere infatti in modo grave la salute del bambino. Per questo bisogna fare molta attenzione a reintegrare tempestivamente i liquidi persi e a cogliere subito i segnali di allarme: debolezza, occhiaie profonde, bocca asciutta, uriina scarsa e pannolino asciutto al risveglio, poche lacrime. In caso di gastroenterite normalmente i pediatri preferiscono evitare di prescrivere l'antibiotico se non in casi eccezionali (per esempio in caso di salmonella, oppure quando la febbre dura a lungo o i sintomi sono più gravi del solito), che può mettere a rischio la salute del bambino, perché in questo modo si prolunga lo stato di portatore sano e quindi il rischio di contagio per gli altri. Nelle feci del bambino che assume antibiotici, infatti, continua a essere presente il batterio patogeno più a lungo che in quelle dei bambini che guariscono spontaneamente.
Diarrea cronica non specifica Si tratta di un fenomeno molto comune e di origine non ben conosciuta. Non ha conseguenze dannose per la salute del bambino, non denota la presenza di una particolare patologia e non è legato a intolleranze o allergie alimentari. Semplicemente il bambino elimina le scorie in modo più rapido rispetto al normale. Le feci, transitando nell’intestino velocemente, non hanno il tempo di diventare solide e compatte. Il fatto che questo disturbo compaia anche in momenti particolari, come la dentizione, fa pensare che sia legato a un fattore nervoso e che possa dipendere da uno stress psicofisico. Si manifesta tra i sei mesi e i tre anni circa, anche per alcune settimane, con scariche semiliquide (da due a sei al giorno), talvolta lucide perla presenza di muco. Contengono frammenti di cibo non digerito, ben visibili, e l'odore è sgradevole. Non sono accompagnate da vomito o febbre e il bambino mantiene la sua vivacità e un aspetto sano. Se è diarrea cronica non specifica in realtà non si tratta di un vero problema e quindi non è necessario agire in alcun modo.
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