Tappettino Montessoriano

Nell’approccio al metodo pedagogico montessoriano non dobbiamo dimenticare l’importanza fondamentale del tappettino.

Tappettino Montessoriano

Il piccolo tappeto arrotolato con cura e disposto in un’apposita sezione della stanza è lo strumento su cui il bambino lavora quando vuole fare un’attività a terra. Il bambino prende il tappeto, lo stende, vi disponde sopra il materiale per l’attività e al termine della stessa lo arrotola nuovamente e lo dispone “al suo posto”.

Di che dimensione scegliere il tappettino montessoriano?

Il tappeto deve essere di dimensioni sufficienti a contenere anche il più ingombrante dei giochi montessoriani come per esempio le aste numeriche la più lunga delle quali misura un metro. Quindi vi consigliamo 110 cm di lunghezza e 60 di larghezza. Sono misure che vi consigliamo noi, non sono indicate dimensioni per i tappeti negli scritti di M. Montessori.

Normalmente trovate questo tipo di tappettini un pò ovunque come corsie da cucina o bagno.

Non esagerate con le dimensioni dei tappeti altrimenti il bambino sarà incentivato a disporre più di un materiale contemporaneamente nel tappeto.

Come per ogni materiale montessoriano anche il tappeto deve incentivare il bambino ad usarlo, quindi sceglietene uno che risulti “attraente” e dica al bambino “usami”.

Non prendete stuoie rigide di bambù, il bambino deve riuscire ad arrotolarlo senza problemi ed il materiale non deve scivolare sul mezzo dove è riposto.

Perchè utilizzare il tappettino montessoriano?

Lasciamo che sia M. Montessori a spiegarci la natura della scelta del tappeto per le attività del bambino.

“….il bambino di tre anni si muove sempre, gettandosi spesso in terra, correndo, e toccando tutte le cose: il bambino di nove anni cammina e si muove senza più sentire il bisogno di sdraiarsi sul suolo, o di afferrare ogni oggetto che incontra. Queste modificazioni vengono da sè, indipendentemente da ogni influenza educativa. Vi è annessa una trasformazione esterna nelle proporzioni del corpo, tra la lunghezza del busto e quella degli arti inferiori: nel neonato la lunghezza del busto dal vertice della testa alla piega inguinale è uguale a 68% della lunghezza totale del corpo; ciò vuol dire che le gambe rappresentano i 32% della statura: mentre l’uomo adulto ha il busto e le gambe lunghi circa ugualmente. La trasformazione di tali proporzioni fa parte della crescenza. Quando il bambino entra nelle nostre scuole a tre anni di età, le sue gambe corrispondono ai 38% della statura; e poi esse crescono relativamente al busto fino a superare di molto le proporzioni dell’adulto: già a sette anni di età le gambe sono i 57% della statura. È noto che dopo la pubertà è invece il busto che cresce in prevalenza, fino a raggiungere le proporzioni adulte definitive. Basterebbe considerare un così elementare particolare della crescenza, per comprendere che i fanciulli devono avere un diverso bisogno di muoversi: e che occorre osservarli nei loro movimenti spontanei, per aiutarli coll’educazione a raggiungere le finalità della crescenza. Basti qui accennare a qualche carattere fondamentale: cioè che i bambini dalle gambe corte stanno facendo grandi sforzi per stabilire l’equilibrio perfetto, e mascherano colla corsa la difficoltà del semplice camminare; quando sentono il bisogno di riposarsi stendono il busto per terra ed alzano le gambe. Mentre però l’infante ha quasi come posizione naturale il busto disteso in senso supino, e i piedi in aria incontransi colle mani distese, il fanciulletto fra tre e cinque anni di età cerca la sua posizione di riposo distendendosi prono sul suolo, elevando le gambe dal ginocchio in su e spesso rialzando le spalle coll’appoggiarsi sui gomiti; cioè assume la posizione: ventre a terra. E’ necessario per lui cercare anche posizioni di riposo diverse da quelle di sedersi sopra una seggiola; i bambini amano stare in terra, mettendo come base tutta la lunghezza delle gambe incrocìate o la lunghezza della gamba posta di fianco; infine dandosi una base più vasta di appoggio. Considerando tali necessità naturali, di un riposo che interrompa il movimento continuo,noi abbiamo proweduto le Case dei Bambini di piccoli tappeti,che in genere rimangono arrotolati e deposti in qualche parte della sala a ciò destinata: i bambini che vogliono lavorare sul terreno, anzichè seduti ad un tavolino, devono prima prendere un tappetino, dispiegarlo sul suolo e quindi lavorarvi sopra. Nessun adulto dirige l’alternarsi di queste posizioni, e così il bambino segue tranquillamente i dettami della natura.” M. Montessori – La scoperta del bambino pagg. 89-90