Anemia post parto


La carenza di ferro e conseguente anemia creano la malattia carenziale indotta da uno scorretto apporto nutrizionale.
Un’importante cofattore è la carenza di vitamina C che se fosse presente in quantità adeguate potrebbe favorire l’assorbimento del ferro dai cibi in genere abbastanza modesto.

Anemia post parto

Nella maggior parte dei casi la causa è proprio questa. Non oltre il 5% del ferro alimentare tranne quello derivante da carni e frattaglie viene assorbito. Il ferro una volta nell’organismo migliora la salute generale e protegge da infezioni e numerose malattie. Nel corpo umano la maggior parte del ferro, il 65% è localizzato nell’emoglobina, il 10% è concentrato nella mioglobina dei muscoli. Il rimanente si trova nel fegato, nella milza, nei reni, nel midollo osseo e in altri organi.
Certo il contenuto di ferro e di emoglobina è importante per una buona forma. Tanto che quando manca i sintomi principali sono appunto la stanchezza, la perdita di forze, il nervosismo, il pallore e la mancanza di fiato. La carezza di ferro inoltre aumenta il rischio di malattie infettive per una minore efficienza dei meccanismi di difesa dei globuli bianchi. Ma non bisogna esagerare perché se il ferro si accumula nei tessuti in particolare nel fegato può dare effetti negativi.
Il fabbisogno di ferro aumenta in genere in gravidanza e in allattamento per cui è probabile che la situazione sia che dopo un recente parto la mamma avverta carenza di ferro.
L’apporto giornaliero dovrebbe essere di almeno 18 mg per salire fino a 30-60 mg in gravidanza.
Spesso però è più basso e in particolare può diventare critico in caso di perdita di sangue, in gravidanza o allattamento che richiedono una apporto maggiore. Inoltre se non si mangia carne che consente un assorbimento fino al 24% del ferro contenuto e se si assume poca vitamina C che lo rende disponibile, se si beve troppo caffè, The e latte che ne riducono l’assorbimento è facile non riuscire a compensare le carenze.
Per aumentare l’apporto di ferro può essere utile mangiare più carne, pesce tipo aringhe e in generale pesce azzurro, legumi, cavoli mele e uova. Talvolta è indispensabile ricorrere ad una terapia di integrazione: spetta al medico ogni valutazione in merito. Però i classici integratori di ferro potrebbero rivelarsi mal tollerati e dare problemi gastrointestinali come dissenteria e/o stipsi. In questi casi può essere conveniente usare integratori di ferro come oligoelementi che pur apportando quantitativi inferiori sono però meglio assorbiti. Oltre al ferro catalitico per ottimizzare l’assorbimento di ferro da parte dell’emoglobina, si può aggiungere il rame sempre in forma catalitica. Si potrebbe assumere una dose sottolinguale di ferro tutte le mattine escluse la domenica e una dose sottolinguale di rame sempre la mattina tre volte alla settimana.

L’anemia
Gravidanza, perdite mestruali troppo abbondanti, perdite emorroidali discrete ma protratte nel tempo, possono causare situazioni di anemia che spesso sono collegata una carenza di ferro. La scarsità del minerale produce da un lato anemia e dall’altro carenza di ferro a livello dei tessuti dove vengono a mancare gli apporti energetici necessari per la loro nutrizione. Stanchezza perdita di forza nervosismo pallore mancanza di fiato sono tre sintomi più frequenti collegati a carenza di ferro. Uno stato che può anche essere all’origine di debolezza delle unghie e dei capelli, alterato trofismo della pelle e aumentata suscettibilità a contrarre malattie infettive.
In questi casi si è portati a pensare che la soluzione sia l’introduzione di quantitativi importanti di supplementi di ferro. Ed è logico ma ciò spesso si scontra con l’intolleranza che molte donne presentano nei confronti di questo minerale e con il suo scarso assorbimento da parte dell’intestino. Per il problema del malassorbimento spesso può essere utile associare vitamina C o rame in oligoelementi. Entrambe queste sostanze facilitano l’assorbimento l’utilizzo del ferro. Se invece vi è intolleranza al minerale che si può tradurre con stipsi ostinata, diarrea, nausea e così via se non si vuole ricorrere alla somministrazione di ferro per via endovenosa (opzione non priva di rischi legati alle possibili allergie che il minerale può dare se introdotto in questo modo) bisogna ricorrere ad altre strategie che prevedono un regime alimentare ricco di ferro proteine e vitamine grazie alla presenza di carne rossa pollame fegato pesce molluschi uova e legumi uva frutta e vegetali verdi e gialli. L’assorbimento del ferro da fonti animali è facilitato inoltre dall’assunzione contemporanea di alimenti ricchi di vitamina C come agrumi e kiwi.

Astenia da squilibri dietetici
se l’organismo è troppo affaticato può variare velocemente il suo consumo di certe sostanze zuccheri e grassi per produrre più energia vitamine del gruppo B e la C minerali come magnesio selenio e zinco. La prima difesa contro l’astenia quindi è un’alimentazione più equilibrata che deve contenere carboidrati ricchi di fibre quali pane pasta cereali tutti integrali, legumi tra cui soia e derivati perché ricca di proteine acidi grassi essenziali e fibre ed è quindi ottima per dare una sferzata di energia all’organismo, semi oleosi come sesamo, girasole, frutta secca, con moderazione latticini uova carne magra fegato e frutti di mare. Tutti questi elementi contengono vitamine del gruppo B zinco e magnesio. Inoltre verdure in particolare broccoli cavoli peperoni e frutta soprattutto agrumi kiwi ribes mirtilli melone perché ricchi di vitamina C.

mela chiodata anemia

La magia della mela chiodata
in caso di anemia si può trafiggere di sera una mela con 7 chiodi di ferro per mangiarla la mattina seguente dopo aver tolto i chiodi che possono essere utilizzati per preparare un’altra mela. Così pallore e stanchezza svaniscono grazie al cosiddetto malato di ferro vale a dire il sale contenente ferro ad elevatissimo assorbimento che si forma proprio nel contatto tra l’acido malico della mela e il ferro dei chiodi.