Nei piccoli predisposti alla stipsi, anche se curati adeguatamente, verso i due anni di solito si riaffaccia il sintomo, per la tendenza alla ribellione tipica di questa età. Infatti, sentendosi pressati per evacuare regolarmente, e per di più invitati ad utilizzare il vasino, possono avere delle vere e proprie " crisi di ritenzione" in cui fanno di tutto per non cedere allo stimolo. Inoltre una volta che il bambino sviluppa la stitichezza e ha feci dure e dolorose,
inizia a non voler fare la cacca per evitare di avere di nuovo
male. Questo crea un ciclo che rende la stitichezza continua con la tendenza a peggiorare. Anche questo fenomeno va accolto con serenità e gestito con la modifica della dieta e con l’eventuale somministrazione di un ammorbidente delle feci, come per esempio il lattuolosio, anche in dosi elevate e per un periodo prolungato.
Non esiste la possibilità che la stitichezza possa provocare “complicazioni intestinali”: un bambino può non evacuare per molti giorni di seguito senza alcuna conseguenza. L’unico problema che può avere è il forte disagio durante l’evacuazione a causa delle feci molto dure. Talvolta il passaggio può anche provocare la fuoriuscita di un po’ di sangue.
Alcune misure dietetiche che migliorano la situazione in maniera apprezzabile: Aumentare
i fluidi: Aumentare la quantità di acqua e succhi di frutta (minimo di 2-3 bicchieri) che il vostro bambino beve ogni giorno. La frutta cruda non sbucciata e verdura (soprattutto fagioli, patate dolci, piselli, rape verdi, pomodoro crudo e mais) sono molto ricche di fibre. Tra la frutta provate con il kiwi, la prugna secca (eventualmente anche in succo). Controllate l'etichetta nutrizionale per i cibi ricchi di fibre e preferite snack con almeno 3-4 g di fibre per porzione.
Minestre di verdura sono particolarmente
ricche di fibre e aggiungono anche più
fluidi alla dieta del bambino.
I farmaci Tutti gli accorgimenti che mirano a provocare forzatamente
un’evacuazione (clisteri e supposte) sono sempre controproducenti. I bambini li vedono con terrore e associano una ulteriore esperienza negativa al “fare la cacca”.
Se la modifica della dieta non dovesse dare risultati apprezzabili si può somministrare al bambino del lattulosio ma in dosi superiori a quelle generalmente prescritte: almeno tre-quattro cucchiaini da tè al giorno, aumentando il numero progressivamente fino a quando le feci non si presentano soffici. Adeguando poi la dose a seconda dei risultati, si dovrebbe continuare la somministrazione per vari mesi, in modo che il bambino dimentichi l’esperienza dolorosa delle evacuazioni precedenti. Tutto questo senza effetti collaterali o assuefazione, per cui, quando finalmente si smette il farmaco, non c’è il rischio che il sintomo rìtorni
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